Una donna con un bastone in mano è in piedi su un pascolo di montagna davanti a due mucche marroni.

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I pascoli ci nutrono

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Anno ONU dei pascoli e dei pastori

L’Organizzazione della Nazioni Unite (ONU) ha proclamato il 2026 come Anno internazionale dei pascoli e dei pastori. Nella storia dell’umanità, l’allevamento degli animali è una delle forme più antiche di agricoltura. Di conseguenza, i pascoli e le culture di allevamento sono presenti in tutto il mondo e variegati tra loro. Su circa due terzi della superficie agricola mondiale cresce solo erba. I pascoli svolgono quindi funzioni importanti nella cura del territorio e nella produzione alimentare, forniscono diversi servizi ecosistemici per la protezione del clima e arricchiscono direttamente e indirettamente la nostra cultura.

Conosci Matteo

Nell’anno dell’ONU, il giovane agricoltore e alpigiano Matteo Ambrosini ti invita a scoprire la sua vita e il suo lavoro, che ruota attorno alla gestione di pascoli e all’allevamento di bestiame a Cevio, nella Valle Maggia. Insieme alla sua famiglia alleva mucche da latte, con le quali trascorre l’estate sull’Alpe Porcaresc nella Valle Onsernone. Con il latte produce formaggio. L’agricoltura di montagna è la sua passione!

Svizzera: un Paese di superfici inerbite

Anche in Svizzera circa due terzi delle superfici possono essere utilizzati solo come pascoli. Qui cresce esclusivamente erba, perché il terreno è troppo ripido o troppo in alto. Per questo la nostra tradizione di pascolo è antica. L’erba e il fieno sono l’alimento principale per i ruminanti come mucche, pecore e capre, per cavalli, asini, alpaca, lama e naturalmente caprioli o cervi. Questi animali sono in grado di decomporre la cellulosa contenuta nell’erba grazie al loro stomaco specializzato e di sfruttarne l’energia contenuta. In questo modo trasformano l’erba in latte e carne. Noi esseri umani, invece, così come i maiali e i polli, non siamo in grado di digerire la cellulosa. Senza gli animali, i prati e quindi i pascoli non potrebbero essere utilizzati per la nostra alimentazione.

Un salice.
Un contadino con i suoi bovini al pascolo.

Persone e i loro animali sui pascoli

Dove ci sono animali da allevamento, c’è bisogno di persone che se ne prendano cura. Per questo i pascoli e i «pastori» vanno di pari passo. In Svizzera sono principalmente i contadini e le contadine a occuparsene. La tipica azienda agricola svizzera si dedica alla campicoltura e all’allevamento. Nelle zone di collina e di montagna le possibilità per la campicoltura sono limitate, ma in compenso c’è erba in abbondanza. Qui le aziende agricole si sono specializzate nell’allevamento. Nelle aziende agricole alpestri, gli alpatori e i pastori trascorrono l’estate principalmente con le mucche, ma anche con capre, pecore, cavalli e asini, che brucano l’erba alle quote più elevate. In inverno ci sono pastori itineranti che si spostano con le loro greggi di pecore. Oltre a tutti loro, ci sono anche privati che allevano animali sui pascoli.

Latte e carne da pascoli svizzeri

Tanti formaggi diversi in stagionatura su un ripiano di legno.

Latte

Gli animali da pascolo contribuiscono in modo significativo alla produzione alimentare. Le mucche da latte svizzere producono ogni anno circa 3587 milioni di chili di latte. Di questi, il 44% viene trasformato in formaggio, il 15% in burro, l’11% in latte da bere, il 10% in latte condensato e latte in polvere, il 9% in panna, il 4% in yogurt e il restante 8% in specialità a base di latte e quark. A ciò si aggiungono 21,6 tonnellate di latte di capra, 6,6 tonnellate di latte di pecora e 1,8 tonnellate di latte di bufala.

Il formaggio svizzero è famoso in tutto il mondo e molto versatile: sul nostro territorio ne esistono circa 450 varietà diverse. Il latte è l’unico prodotto agricolo il cui grado di autoapprovvigionamento è superiore al 100%. Una parte del formaggio viene esportata.

Per saperne di più

Bistecche di agnello alla griglia.

Carne

Gli animali da pascolo producono anche carne. Ogni anno in Svizzera vengono prodotte 152’000 tonnellate di carne di bovini (79%), vitelli (16%) e ovini (3%). Il restante 2% è ripartito tra caprini, equini, asini, conigli e selvaggina.

Mentre il grado di autoapprovvigionamento per la carne bovina è elevato (84%), quello per la carne ovina (35%) e la selvaggina (39%) è relativamente basso.

Il buffet del brunch del 1° agosto.

Specialità

Oltre al formaggio, esistono numerose altre specialità svizzere direttamente legate ai pascoli, come ad esempio il Saucisson Vaudoise, la luganiga ticinese, lo Zürcher Geschnetzelte, la Berner Platte con wienerli, saucisson e speck, la carne secca dei Grigioni, il cervelat o il Gâteau de Vully e i Nidletäfeli.

Promozione della biodiversità

I pascoli preservano e promuovono anche la biodiversità. Senza il mantenimento degli spazi aperti da parte degli animali al pascolo e senza un ulteriore «lavoro manuale», infatti, le superfici si ricoprirebbero di arbusti e poi di boschi nel giro di pochi anni. Grazie all’utilizzo dei pascoli si creano ulteriori habitat per molte specie di piante selvatiche o di animali.

Gli animali al pascolo apportano ulteriori benefici a queste superfici: attraverso il loro pascolo selettivo, le buche lasciate dai loro zoccoli o i loro escrementi, creano ulteriori piccoli habitat di cui beneficiano molti insetti. Elementi strutturali come cumuli di rami e pietre, cespugli e arbusti spinosi offrono riparo e habitat per uccelli e piccoli animali.

Sono proprio i grandi pascoli contigui a creare un habitat importante per le specie e comunità biologiche di importanza anche europea, per esempio per le specie migratorie, preservando così un’ampia diversità genetica.

Non da ultimo, grazie alla varietà floreale, le superfici inerbite forniscono risorse alimentari agli insetti impollinatori come api, api selvatiche o bombi, che a loro volta garantiscono raccolti stabili e abbondanti nella produzione alimentare.

Una farfalla su un fiore.

Pascoli per il clima

Le superfici inerbite permanenti, che non richiedono la lavorazione del suolo, immagazzinano grandi quantità di carbonio. In questo modo impediscono che esso raggiunga l’atmosfera e contribuisca al «surriscaldamento» climatico. Queste superfici raffreddano inoltre l’aria durante la notte. Ciò è particolarmente importante in prossimità di insediamenti e altre grandi superfici impermeabili, che in estate si riscaldano notevolmente.

Le superfici verdi permanenti dispongono di una struttura del suolo indisturbata e ben radicata e possono assorbire grandi quantità d’acqua. In questo modo riducono le inondazioni. Alimentano le acque superficiali e le riserve di acque sotterranee. Le superfici verdi filtrano inoltre l’acqua, eliminando le sostanze inquinanti. Grazie alle loro radici stabilizzano il suolo e lo proteggono da frane, erosioni e perdite di sostanze nutritive.

Gli escrementi degli animali al pascolo nutrono inoltre i microrganismi che formano il terreno e garantiscono una buona fertilità e la salute dei suoli.

Economicamente importanti

Con due terzi della superficie agricola utile, le superfici verdi permanenti rivestono una grande importanza economica in Svizzera. Questa non consiste solo nella produzione di latte e carne.

L’utilizzo delle superfici verdi permanenti nelle regioni periferiche mantiene popolate queste zone e garantisce la presenza di infrastrutture adeguate, di cui beneficia non da ultimo anche il turismo. Inoltre, assicura la varietà dei paesaggi, la presenza di bestiame fotogenico e prati fioriti, conferendo così un alto valore estetico. Le superfici verdi sono anche la base per attività ricreative e molte altre legate alla natura, come lo sci, i campi scout, l’escursionismo, il parapendio, il ciclismo, l’equitazione, ecc.

Se le superfici verdi in montagna vengono brucate, la neve vi si mantiene meglio e il pericolo di valanghe diminuisce.

Una contadina mentre si prende cura dei formaggi in cantina.
Una tradizionale transumanza alpina svizzera.

Cultura e tradizione

Molte delle tradizioni svizzere sono legate direttamente o indirettamente alle superfici inerbite svizzere, soprattutto nelle zone montane e alpine. Lo sapevate che la stagione alpestre fa parte del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO? Ciò sottolinea il valore dell’estivazione per la vita sociale e culturale in Svizzera.

La nostra cultura è caratterizzata, ad esempio, dalla cucina a base di formaggio e latte, dalla transumanza, dalla distribuzione del formaggio (“Chästeilet”) o dalle gare di falciatura. Il tutto è legato alla cultura artigianale (costumi tradizionali, campanacci/campane, musica) e culturale (canti, musica, jodel). Le mucche della razza Hérens, originarie del Vallese, sono invece famose per le loro spettacolari lotte.

A ciò si aggiungono aspetti religiosi come la benedizione degli alpeggi. In montagna, le persone e gli animali sono molto più esposti agli elementi rispetto alla valle e cercano quindi maggiormente la protezione divina.

Panoramica degli eventi

Panoramica degli eventi come la salita e la discesa dagli alpeggi, le esposizioni del bestiame ed eventuali altre opportunità di svago in Svizzera.

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